Italia
CORFINIUM
Corfinium
“Sul grande e fertilissimo altopiano circondato dai fiumi Aterno e Sagittario, là dove è oggi la terra di Pentima, sedeva, da remotissimi tempi, l’insigne città di Corfinio (Corfinium) metropoli di tutta la regione dei Peligni. Quale fosse la magnificenza e la grandezza di questa città, posta quasi nel centro Italia, sotto il cielo purissimo della valle di Sulmona, da cui distava appena settemila passi, si dimostra facilmente ricordando lo splendore dei suoi edifici, delle sue terme, dei teatri, delle scuole, dei templi marmorei. Due maestosi acquedotti portavano nella città copiosissime acque, ed erano scavati nella viva roccia, l’uno nella pittoresca valle di S. Venanzio, restaurato poi durante la Guerra Sociale; l’altro attraverso il monte Cerrano, costruito a spese di un certo Alife. La fortezza delle sue mura ispirò il canto dei poeti; e quando i Marsi, i Peligni, i Marrucini, i Frentani, i Sanniti, i Vestini, i Campani, gli Irpini, gli Apuli e i Lucani si unirono in lega contro Roma, che loro rifiutava di dare la cittadinanza romana, si eressero dentro di essa grandi basiliche per i pubblici uffici, curia, foro; ed ebbe, a somiglianza di Roma stessa, Consoli, Senato, Pretori, Tribuni, Legionari, Cavalieri, Edili. Questa fu quella guerra a cui si diede il nome di Sociale… In simile circostanza Corfinio, contrapposta a Roma e creata città principale dei confederati, assunse il nome di Italica (ITALIA).”
Così scrive lo storico Alfonso Colarossi-Mancini in “Memorie storiche di Popoli”, nel 1911 parlando di Corfinio. Corfinio è oggi un piccolo paese del centro Abruzzo, immerso nella Valle Peligna, conca che nel Pleistocene era occupata da un lago. Un piccolo paese, ma con una grande storia!
Corfinio sorge su un territorio collinare a 346 s.l.m. che domina la sottostante valle, solcata dai fiumi Aterno e Sagittario; ha un’estensione di circa 18 km2 e attualmente conta 1006 abitanti (31/12/2019-Istat). La sua posizione centrale e strategica rappresentava un punto nevralgico nella viabilità pre-romana e romana; era un territorio ben difendibile, poiché circondato da montagne e popolato da “gente forte e fiera”. Per queste ragioni, più di 2000 anni fa, Corfinium fu eletta Capitale dei Popoli Italici nella Guerra Sociale contro Roma (91-89 a.C.). E proprio qui venne coniata la moneta della Lega Italica dove per la prima volta apparve il nome “ITALIA”, a identificare un’unione di popoli con una strategia politica comune, che rivendicavano diritti civici a Roma.
Oggi, passeggiando tra i vicoli del centro storico, osservando i numerosi ritrovamenti custoditi nel Museo Archeologico o visitando il Parco Archeologico tra domus e tabernae, sembra riecheggino le gesta di quei popoli antichi e forti ed è tangibile il ricordo di un passato storico rilevante.
Le emergenze archeologiche presenti nell’antica Capitale dei Peligni sono di un’importanza storica veramente notevole, paragonabili ad Alba Fucens, Amiternum, Peltuinum e via dicendo.
Grazie all’impegno coordinato della Soprintendenza archeologica di Chieti, della Regione Abruzzo, della Comunità Montana Peligna e del Comune di Corfinio, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma è stata riportata alla luce anni fa una vasta area urbana della Corfinium antica. Quest’area in realtà già nel secolo scorso (1877-1896) era stata oggetto di ricerche da parte di Antonio De Nino, storico e antropologo abruzzese, al quale è intitolato il Museo Civico Archeologico di Corfinio, in cui gran parte dei reperti esposti provengono proprio dall’opera di De Nino, che nel 1878 istituì il primo museo archeologico, ospitato nei locali dell’oratorio di Sant’Alessandro.
Dopo la campagna di scavi condotta nel periodo 1989/1994, tre sono le aree archeologiche di maggiore interesse per ricostruire la storia dell'antica Corfinium, che costituiscono il Parco Archeologico, intitolato a Don Nicola Colella:
Piano S. Giacomo L'area, che si affaccia sul tracciato dell'antica Via Valeria, ha restituito i resti di un quartiere con strutture risalenti al I-II e III sec. d.C.: una "domus", una serie di "tabernae", un complesso termale e tracciati di strade.
Tempio Italico, posto sulla S.P. Corfiniense, la strada provinciale che conduce a Pratola Peligna. In quest’area, dove già emergevano i muri perimetrali e un pavimento a mosaico di un tempietto del I sec. a.C., nonché i resti di un tempio, è venuta alla luce parte di una necropoli del IV se. a.C., con tombe a fossa.
Santuario di Sant’Ippolito e località Impianata. Nel pianoro visibile, al di là della Valle Ombruna, dal lato orientale delle mura perimetrali che racchiudono il Borgo medievale, nei pressi dei ruderi di un monumento funebre di dimensioni e caratteristiche simili a quelle dei più noti mausolei di S. Pelino, sono state scavate diverse tombe a grotticella di una necropoli del IV se. a.C. A poche centinaia di metri dalla necropoli, presso la sorgente di S. Ippolito, sono stati riportati alla luce i resti di un Santuario Italico con strutture risalenti al periodo IV-I sec. a.C.: è probabile che si tratti del Tempio dedicato dalla città di Corfinium ad Ercole Curino, analogo a quelli eretti da Sulmo (presso S. Onofrio) e da Superaequum (Castelvecchio Subequo), le altre due città capoluogo dei Peligni.
Corfinium
La Lega Italica
La Lega Italica
Corfinio conserva tracce importanti dell’età protostorica, ma anche dell’età del Ferro e dell’età arcaica (VII sec. a.C.), a partire dalla quale la città comincia ad espandersi geograficamente e ad accrescere la propria importanza politica, come documentato dalle testimonianze degli storici antichi, che annoverano Corfinium tra i centri italici protagonisti delle Guerre Sannitiche (IV-III sec. a.C.). Successivamente, stipulando un trattato di alleanza con Roma (304 a.C.), Corfinium si assicura un lungo periodo di stabilità e pace finché, grazie alla sua posizione strategica viene scelta all’inizio del I sec. a.C. come capitale della Lega Italica contro Roma e partecipa insieme agli altri popoli italici alla Guerra Sociale (91-89 a.C.). Gli Italici riescono ad ottenere da Roma il riconoscimento dei diritti civici per cui combattevano, ma vengono comunque sconfitti di fronte all’imponente forza bellica romana nell’89 a.C. e Corfinium diventa municipio romano. La città 40 anni dopo subisce l’assedio delle truppe di Cesare, durante la Guerra Civile tra Cesare e Pompeo e probabilmente in questo periodo si ha un importante rinnovamento urbanistico regolare, come evidenziato nell’area di archeologica di Piano S. Giacomo.
All’inizio del Medioevo, l’antica Corfinium perde gran parte dell’importanza politico-economica legata allo status di Municipium romano acquisito subito dopo la Guerra Sociale (I sec. a.C.).
L’area urbana di Corfinio si ridimensiona e la popolazione diminuisce: effetti della decadenza culturale ed economica che caratterizzano quel momento storico.
La città subisce le devastazioni dei Goti (552) e dei Longobardi (682) ed in tale epoca risorge con il nome di Valva, entrando a far parte del Ducato di Spoleto. Intorno alla metà del IX sec., viene inglobata nella Contea dei Marsi. Viene in seguito attaccata dai Saraceni (881) e dagli Ungari (937).
Pentima
Il Borgo
“Dopo il vescovo Domenico successe nella cattedra di Valva Trasmondo fece Pentima.” Così si legge in un’antica pergamena dell’XI secolo pubblicata dall’Ughelli nel 1600. Questo testimonia la nascita di Pentima, intorno alla metà dell’XI secolo, ad opera di Trasmondo, vescovo di Valva e abate di S. Clemente a Casauria.
Il Castello di Pentima (Castrum de Pentoma) nasce ad opera di questo abate come caposaldo di difesa dai Normanni, contro le possibili aggressioni dalla parte del mare, attraverso le Gole di Popoli, che permettono il passaggio tra Gran Sasso e Morrone.
Nell’anno 1075 l’abate Trasmondo, contemporaneamente vescovo di Valva, inizia la costruzione di quella che sarà la Cattedrale di S. Pelino o Cattedrale Valvense. Il complesso, dichiarato monumento nazionale nel 1902, risulta costruito da più corpi di fabbrica, caratterizzati da un grande prestigio architettonico ed artistico sia all'interno che all'esterno: la Cattedrale, l'Oratorio di Sant' Alessandro, la Torre e l'Episcopio, che oggi ospita un Monastero di suore di clausura.
Il nome Pentima resta in vigore fino al 28 giugno 1928, quando un Regio Decreto, in ricordo dell’antico e glorioso nome peligno, lo muta in Corfinio. Percorrendo la Tiburtina Valeria, verso L’Aquila o Sulmona, appare in tutta la sua possenza il castrum fortificato. La sua struttura ha una logica costruttiva di difesa, visibile dalle antiche case del centro storico, ricavate dalle mura perimetrali di Corfinio, che presentano finestrelle piccole e rade per gli avvistamenti.
Il Borgo medievale conserva ancora la porta d'accesso e i caratteristici vicoli, che presentano alcune case medievali ed altre rinascimentali, nei cui muri si notano qua e là frammenti di antichi bassorilievi d'epoca romana. Le case di Via S. Martino furono costruite sui contrafforti, che affiorano in alcune cantine, dell'antico Teatro (I sec. a.C.), di cui si intuisce la forma semicircolare se ci si pone nella piazza principale del paese, che occupa lo spazio dove era posizionata la "scena": sul lato destro della piazza è ben visibile una parte muraria del Teatro, costruita con la tecnica dell'opus incertum.
All’interno dell’antico borgo medievale di Corfinio, ospitato in un palazzo signorile della famiglia Trippitelli risalente al XVII sec. e restaurato allo scopo, sorge il Museo Civico Archeologico “Antonio De Nino” di Corfinio. Il Museo, inaugurato nel 2005, raccoglie una ricca collezione di reperti frutto delle numerose campagne di scavi del XIX e XX secolo.
Corfinio
Il Museo
Il MUSEO
Il museo è dedicato alla memoria di Antonio De Nino, noto studioso dell’archeologia, della storia e dei costumi abruzzesi. Parte dei reperti esposti provengono proprio dall’opera di De Nino, che effettuò scavi a Corfinio negli ultimi decenni del XIX secolo e nel 1878 istituì qui il primo museo archeologico, ospitato nei locali dell’oratorio di Sant’Alessandro. La successiva attività di don Nicola Colella, canonico di San Pelino e appassionato studioso, proseguì l’opera iniziata da De Nino.
Nel corso dell’occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale, il Museo fu saccheggiato. L’esposizione fu ricostituita nei locali dell’Episcopio adiacente alla cattedrale ma, in seguito ad altri furti avvenuti negli anni ’60-’70, la Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo decise di chiudere il Museo e spostare la collezione a Chieti. Grazie all’apertura del nuovo Museo Civico Archeologico nel 2005, la collezione è tornata a Corfinio, ad impreziosire l’esposizione dei reperti rinvenuti nelle ultime campagne di scavo condotte negli anni ’80 e ’90 e coordinate dalla Soprintendenza insieme all’Università La Sapienza di Roma.
La BASILICA
San Pelino
Risale all’epoca medievale uno dei monumenti più significativi dell’architettura romanica abruzzese: la Cattedrale di S. Pelino o Basilica Valvense poiché sede dell’antica diocesi di Valva, dal nome della signoria longobarda del luogo, detta anche gastaldato. Nel 1075 il vescovo Trasmondo ne inizia la costruzione, probabilmente sotto forma di restauro di una precedente chiesa, attorno al luogo dove fu martirizzato San Pelino, verso la metà del IV secolo; viene completata nel 1124, dopo una momentanea interruzione nel 1902.
Il complesso risulta costruito da più corpi di fabbrica, caratterizzati da un grande prestigio architettonico ed artistico sia all'interno che all'esterno: la Cattedrale, l'Oratorio di Sant' Alessandro, la Torre e l'Episcopio, che oggi ospita un monastero di suore di clausura.
La gloria
I ruderi
I Ruderi
Nelle immediate vicinanze della cattedrale, lungo il tracciato dell'antica Via Valeria, si innalzano due maestosi ruderi di monumenti funerari, risalenti al II sec. d. C.: nel più alto è visibile la camera sepolcrale; sull'altro fu apposta, nel 1958, una lapide celebrativa dell'antica capitale della Lega Italica. Vi sono riportati i versi in cui Ovidio, del quale quell'anno si celebrò il bimillenario della nascita, vantava la sua origine peligna. "Io sarò chiamato gloria della gente peligna che l'amore per la libertà spinse ad una giusta guerra quando Roma angosciata temette le schiere confederate".
Nel dialetto corfiniese questi mausolei, per il loro attuale aspetto, sono detti "murgéine" (da "morge" = pietre), ma si notano ancora i segni lasciati dai marmi dell'antico rivestimento. Su uno dei ruderi è stata affissa un'epigrafe a ricordo dell'antica Capitale Italica. Questa la traduzione dei versi di Ovidio: "Detto io sarò la gloria della peligna gente, che amor di libertade a giusta guerra spinse, allor che Roma ansiosa temé l'itale schiere.
Recentemente, a settembre 2020, è stato inaugurato a Corfinio il Lapidarium, collezione di preziose lapidi secolari, che collegano il presente ad un passato millenario illustre. All’interno del museo si possono ammirare le iscrizioni lapidee, le quali costituiscono un mosaico di storia emozionante che, ancora una volta, elogia la millenaria Corfinio e la sua popolazione.
Ringraziamenti
Ringraziamenti
Un ringraziamento particolare va alla Fondazione Carispaq per il sostegno economico concesso per la realizzazione dell'opera